mercoledì 10 agosto 2011

teşekkür ederim


Ciao a tutti, rieccoci dopo un lungo silenzio a raccontarvi tutta assieme la Turchia fin qui.
Andiamo in ordine cronologico (mettendo solo le date salienti):

25 luglio
da Chios abbiamo preso un un battello che in 45 minuti ci ha portato in Turchia a Çeşme da dove abbiamo finalmente iniziato a pedalare, dormendo lungo la strada sul mare.

27 luglio

Visita delle splendide rovine greco-romane di Efeso: su tutte menzioniamo la biblioteca dalla bellezza mozza fiato e dalla storia nientemeno intrigante, poichè nella struttura si nascondono dei passaggi segreti che portavano dritto dritto al bordello, alla faccia degli intellettuali di sinistra... (ovviamente in biblioteca era vietato l'accesso alle donne).   





Non contenti dell'inverosimile caldo accumulato tra i capitelli corinzi, verso le 2 del pomeriggio inforchiamo le bici per farci i 40 km di asfalto rovente (anzi letteralmente sciolto) che ci separavano dal nostro primo couchsurfing, il mitico Caglar "Cuore d'oro - Spaghetti al curry".

tutti contenti con Çağlar


29 luglio

le vasche di calcare in notturna...

... e di giorno (foto scattata da Emilia per distrarsi dall'ansia)




Arriviamo molto tardi, saranno state le 11 di sera, a Pamukkale poichè sulla guida parlava di un fantomatico accesso h24, con il quale i litigiosi guardiani-bigliettai non erano molto d'accordo... ma alla fine siamo riusciti ad accodarci ad un pullman di biondone estoni verso le quali si sono mostrati decisamente più accondiscendenti...

All'interno abbiamo avuto altre piacevoli sorprese (in effetti se fossimo stati più furbi ci saremmo nascosti meglio): appena abbiamo steso gli stuoini per il meritato riposo son giunte in grande stile le motorette della Psicopolizia, che ci ha intimato di iniziare a fare un po' di moto (la regola è: puoi stare tutta la notte dentro, ma non puoi dormire; ergo devi camminare tutto il tempo...). Da lì è iniziato il nostro pellegrinaggio - controllato meticolosamente dai fari e dai walki-talki della Psicopolizia - tra le vasche del castello di cotone (il significato della parola Pamukkale), tra le rovine delle terme romane, fino alla lontana necropoli avantiendrè; alle 4 e mezza Emilia cede, sfiancata, addormentandosi su una panchina (con buona pace della Psicopolizia che verso l'alba notoriamente si ammansisce). Michele invece prosegue coraggiosamente, lasciando come unico segno del suo passaggio le scarpe, abbandonate laconicamente all'ingresso delle vasche; qui le 2 storie si dividono, ecco per voi le 2 cronache separate:

Michele
ho ridisceso le vasche fino alla vallata dove c'era la grossa piscina termale e qui ho fatto il bagno nudo nel buio notturno. Con l'arrivo dell'alba, non contento della sfida che proponevo implicitamente agli psicopoliziotti (in particolare ad un giovanotto bello incazzato che mi stava alle calcagna), ho cercato di risalire dal lato non consentito (ma io questo non potevo saperlo) per ricongiungermi ad Emilia. A quel punto il baldo giovane ha perso le staffe, mi ha raggiunto inneggiando ad Allah e minacciandomi di malrovesci; dati gli enormi ostacoli comunicativi, l'unica cosa che ho capito è che dovevo (di corsa) seguire l'indice della sua mano che indicava l'uscita. Quindi mi sono trovato fuori, all'ingresso opposto (che distava 2 km di salita rovente dall'ingresso dove avevamo lasciato le bici), scalzo, senza soldi ma con la fedele chitarrina che era rimasta con me fino a quel momento. Mi sono incamminato sulla salita cercando un autostop improbabile visto il mio improbabile aspetto. Fortunatamente un taxista mi ha raccattato e riportato al punto di partenza, dove però, nonostante le mie preghiere, non mi hanno più fatto entrare; non mi è rimasto allora che attendere lì nei pressi dell'ingresso, facendo amicizia con tutti gli autisti dei pullman. Ultima chicca: ho cercato di farmi prestare dei soldi da un gruppo di giapponesi che sono scappati via additandomi come italiano-berlusconi...

Emilia
mi sveglio tutta tranquilla dal mio fugace riposo panchiniero (saranno state massimo le cinque) e noto subito le scarpe del mio bello all'ingresso delle vasche; senza preoccuparmi troppo della sua assenza proseguo nella scoperta del luogo (che con le prime luci dell'alba mi si mostra finalmente in tutta la sua magica bellezza). Scendo nelle vasche (senza scorgere Michele che nel fratttempo si era già spostato nella zona proibita), torno alle terme romane, e aridaje con la necropoli, e cammina di qua fatti un altro riposino dillà, si fanno le 7 (me ne accorgo perchè iniziano ad arrivare le prime orde di giapponesi), ma di Michele restano sempre e solo le scarpe. Continuo a far finta di non preoccuparmi, ma verso le 8 inizio ad immaginarmelo affogato a Pamukale, con relativi titoli su tutte le prime pagine dei quotidiani turchi, e così metto l'orgoglio da parte e mi affido alla Psicopolizia. Costoro sembrano davvero prendere a cuore la mia sventura, e iniziano la ricerca tramite walki-talki. Ad un certo punto mi chiedono: ma è quello con la chitarra? e io tutta contenta: sì sì! ma è un falso allarme, stanno solo ricordando di averlo visto durante la notte. Le ore passano, io sono nelle loro mani, poi sulla loro motoretta, facciamo vari giri sopra e sotto, ad un certo punto giunge voce che è stato avvistato la mattina presto all'ingresso sud, ma poi se ne sono perse le tracce... Io sono in balia degli agenti e delle loro sigarette (mai fumato tanto in vita mia, d'altronde sono in turchia e mi adeguo al famoso detto), non so più che pensare quando finalmente, senza preavviso alcuno, l'agente motorizzato mi riporta all'ingresso nord dove, tutto tranquillo con la chitarra ini mano, troviamo Michele seduto ad un tavolino... Lo abbraccio con relativo pianto liberatorio da stress accumulato.
Da quanto questi simpatici ragazzi già sapessero dei nostri vari spostamenti (ecchecavolo ma sti walki-talki sempre comunicanti ma che ce li avevano a fà?!) non è dato sapere; sicuramente da quando Michele è giunto all'ingresso nord provando a rientrare e chiedendo di far uscire la sua ragazza, ovvero ben 2 ore prima dell'avvenuta riunione.
Morale della favola: limortacciloro.

finalmente riconciliati ci godiamo le rovine tutt'intorno


31 luglio

bagno mattutino ad Egirdir

Arriviamo sul lago Egirdir, pronti per una nuova avventura nell'entroterra montuoso: dobbiamo proseguire per Antalya, sulla costa sud, che dalla mappa dista 120 km. Dopo i primi 60 km di pedalate fortunatamente abbastanza pianeggianti ci troviamo di fronte ad un bivio: a destra Antalya (60 km), a sinistra Ristorante (14 km). Facciamo magicamente quadrare i nostri desideri de panza con l'abbozzo di cartina della lonely planet ("massì poi prendiamo quest'altra deviazione e arriviamo...") e tutti convinti scegliamo sinistra. Il ristorante si rivela veramente bello (mangiamo su una specie di zattera fissa sul fiume tutto illuminato con lucine natalizie), buono (trota al forno) ed economico (spendiamo in tutto 6 euro). Dormiamo lì vicino sul ciglio della strada tra i guaiti dei cani e ripartiamo fiduciosi alle 5 e mezza del mattino, imbattendoci in ambigui bivi e chiedendo indicazioni per Antalya e ricevendo risposte sicure di proseguire per la nostra strada. Dopo 4 o 5 ore, con il caldo che inizia a farsi sentire, siamo ancora immersi nel nulla: strade sterrate, montagne ovunque e nessun cartello per Antalya (e te credo stavamo dall'altra parte del mondo...); affranti e gocciolanti giungiamo ad una specie di base militare dove ci riposiamo un po' finchè non ci cacciano (ancora Psicopolizia per noi!), facendoci alfine giungere alla VERA strada per Antlalya. Il cartello è chiaro: mancano ancora 65 km. Ovvero: in 6 ore di strada non ci siamo avvicinati di un metro. Comunque siam contenti, noi viaggiatori del qui ed ora, perchè perdendoci abbiamo trovato posti incredibili (tra i quali un lago davvero stupendo tutto per noi) decisamente poco o nulla turistici...

il nostro primo sterrato!

uno dei paesaggi che non avremmo potuto ammirare se non ci fossimo persi

oltre a perderci, quel giorno abbiamo anche avuto parecchi problemi alle bici (gomme bucate e freni sibilanti)

adesso dobbiamo interrompere il resoconto, i nostri amici di Konya ci chiamano per la colazione, riprenderemo al più presto la narrazione.

2 commenti:

  1. Grande Michi sei tutti noi!!!! Cerca di non faje prende troppi coccoloni a sta pischella, che poi me va in ansia e te tocca faje la tisana rilassante...qui si è già prenotato posto tenda a Bardineto per balla coi cinghiali, io e il Joe Zebra...a risentirci. Vi confesso che per me è più grande la gioia del sapervi lì piuttosto che il vuoto della vostra mancanza...ciao

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  2. BELLISSIMO RACCONTO/RESOCONTO!!! Grazie!

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