sabato 5 dicembre 2015

malinconia bellissima malinconia

è il 6 dicembre 2015, è notte ed ho appena riletto tutto il blog (sono Emilia). 
Un unico pensiero mi pervade: ammazza che figata! voglio tornare in viaggioooo!!! E poi un altro, piccolo piccolo, come il bimbo che mi dorme a fianco... sì, ma sta volta si parte in 3...


aggiornamento del 14 Gennaio 2019: si parte in quattro! 

mercoledì 7 novembre 2012

per chi ancora non lo sapesse...

...siamo tornati!
ok, siamo tornati a fine luglio, e poi non ci siamo più preoccupati di aggiornare il blog. 
quindi lo sapete un po' tutti. 
avevo anche una foto molto bella dell'arrivo in aeroporto, ma non la trovo... 

certo è strano, adesso c'è questa cosa del viaggio che spunta fuori in ogni situazione e così ti ritrovi a raccontare, ed è come una propaggine di te che sta sempre lì. tipo gobba ecco. ma va bene così, e raccontare è sempre bello, e cercare di non entrare nel personaggio "ammazza-quanto-so'-figa-ho-fatto-quello-che-sognano-tutti-ma-non-hanno-il-coraggio" è difficle ma fattibile.

comunque, insomma, evviva il mondo ed evviva i rapporti umani!


eccola la foto, dopo circa 3 anni...

venerdì 13 luglio 2012

La domenica dal Baba

Rieccoci di nuovo nella mistica India!
E orgogliosamente vi presentiamo il nostro mistico documentario sul Baba...
Purtroppo l'audio nella parte dell'intervista è un po' scarso (però si sente benissimo un bel rutto fuori campo!), ma vi consigliamo di alzare il volume al massimo per comprendere appieno cosa significa essere un Baba. Lui sta lì con il suo Bob di sfondo, prega, si fa i cylotti, accoglie chiunque a cuore aperto e offre pillole di saggezza che è una bellezza. 
Qualcuno potrebbe affermare che trattasi invero di un gran fancazzista d'arancio vestito, però qui in India riveste una funzione sociale pari al nostro psicologo: tutti qui, anche i colletti bianchi che lavorano in banca, nel weekend possono passare dal Baba per chiedergli consigli e rigenerarsi tra le sue accoglienti amorevoli braccia. Risultato assicurato! 
Per lui i suoi "students" sono davvero molto importanti: come non manca mai di ricordarci con grandi abbracci, "You are my family!"
Il momento della Puja (rito) serale poi è davvero pregno di mistico raccoglimento: se ti lasci andare senza giudicare la situazione surreale di star lì a pregare un fuoco sacro e degli dei a cui evidentemente non credi, puoi essere coinvolto mente e corpo nella sacralità del momento: tutto in quell'attimo magico è permeato di intima serietà esistenziale.
Ultima nota: i Baba fumano charas come offerta a Shiva (chiamali stupidi...!), ma non tutti indulgono in codesto vizietto, e anche il nostro si mostra contento quando gli dici che hai smesso, però certo che sorride con ancora più gusto quando gli chiedi di metter su un altro cylum fumante...



mercoledì 6 giugno 2012

Daman: noi, mamma Sherpa, le capre e le montagne invisibili

Eccoci qui per l'ultimo Nepali post.
Siamo andati a Daman per ottenere aria fresca e tranquillità in cambio del caos caldo di Katmandu.
Abbiamo trovato entrambe, e non solo: ad attenderci c'era anche l'amore di mamma Sherpa, ma soprattutto la sua cucina e i suoi prodotti 100 % Local!
Le sue colazioni a base di uova local fritte nel burro local e miele local unito all'incredibile crema di latte local (che preparava fresca fresca tutte le mattine), rimarranno sempre nei nostri cuori.


 
 ecco qui Sherpa House, l'incantevole e floreale casa di montagna 
dove abbiamo passato 6 giorni a meditare, massaggiarci e collocarci in posizioni yogiche



ed ecco mamma Sherpa in tipica posa plastica da serissimo orgoglio Sherpa



le caprette vi fanno ciao





evviva le bandiere colorate, per un mondo senza bandiere!



evviva anche le campanelle, per un mondo senza campanelli!



Buddha in trittico da sovraesposizione



doppie riflessioni


Dulcis in fundo un altro di quegli apprezzatissimi video che raggiungeranno addirittura le 17 visualizzazioni su Youtube...


lunedì 4 giugno 2012

Baktapur, un gioiello di storia a due passi da Katmandu

Rieccoci qua, facciamo un post al volo che dobbiamo andare a ritirare il visto indiano a breve...
Vi presentiamo con giuoia le sparute ma numinose immagini di Baktapur, città nella quale andammo coi fratelli Prex al compelto.

questa è Durbar Square, ovvero la piazza principale.
Spaziosissima, templatissima e invero bellissima.
Ma in effetti tutto il centro storico di Baktabur è un vero spettacolo,
capace di trascinarti in un'altra dimensione...


un dettaglio della piazza con principe pregante su colonna



 altro dettaglio, stavolta di un intricatissimo intarsio di un portale lì vicino.



visione psichedelica del Poli su statua scalinare



proprio mentre eravamo a Baktapur si è celebrato la nascita, illuminazione e morte 
(passaggio nel Nirvana) del Buddha; 
nella pratica una serie di parate scassone in giro per le stradine ciottolate



secchi in coda per l'acqua + galline devote


marionette voltagabbana


E chiudiamo sempre in bellezza (e stavolta anche in chiaroveggenza) con 2 immagini di repertorio di Katmandu..

2 fratelli, 1 baba, 15 dita e molta poca serietà


Emilia - per evidenti ragioni tribali - interroga il famoso e famelico Dio Prosciutto,
di cui vi offriamo anche un succulento ingrandimento per ammirarne la faccia da culatello 


domenica 27 maggio 2012

Sudore animale!

Arieccoci a raccontare di coccodrilli e rinoceronti (mancavano soltanto i 2 leocorni).
Tutta questa natura incontrastata l'abbiamo incontrata a Chitwan , il parco nazionale più grande e antico del Nepal, in cui fra il resto si riescono a sudare ben 10 litri al dì.


parecchi insettoni rossi su tutto il circondario


posa di scimmia dall'alto dei rami


attenzione al rinoceronte (attimi di panico, ci stava quasi per caricare...
comunque se mai vi capitasse ricordatevi di correre a zig zag, parola di guida)


vari uccelli, brutti e belli


finiamo in bellezza con una doccia davvero all'altezza!


notizie utili: siamo tornati a Katmandu. Domani possiamo finalmente richiedere il visto indiano, il quale dovrebbe miracolosamente arrivare in una breve settimana burocratica... stavolta però ce ne andiamo ad attendere il corso degli eventi sui monti, che fa più fresco.

ciaoattutti!

lunedì 21 maggio 2012

Una sperimentazione sensazionale


Vorremmo condividere con voi i risultati di una sperimentazione di un ricercatore indiano di cui siamo giunti a conoscenza e che ci sembra sia molto importante diffondere.
Questo ricercatore, attraverso una scrupolosa e difficile sperimentazione empirica volta ad osservare le più sottili sensazioni corporee, ha compreso come realmente funziona l’interazione mente – corpo, riconoscendo al ruolo della sensazione il valore che ancora nessun altro le aveva conferito.
Attraverso questa particolare sperimentazione sembra infatti evidente che la sensazione abbia un’importanza fondamentale nell’influenzare le nostre azioni e le nostre decisioni.
La ricerca ha portato alla luce il seguente processo psico-fisico: gli stimoli sensoriali esterni vengono percepiti e riconosciuti dall’individuo, il quale li giudica (consciamente o inconsciamente) positivi o negativi a seconda che siano a favore o contro la sua integrità psico-fisica; questo giudizio genera una sensazione fisica di craving (“lo voglio lo voglio lo voglio!”) o di avversione (“no no no!”) di cui nella quasi totalità dei casi non ci accorgiamo, ma che il nostro inconscio comunque registra; ed è proprio questo il punto rivoluzionario della scoperta: noi non proviamo attaccamento o repulsione solo per gli oggetti del mondo esterno, ma anche per la sensazione che dagli oggetti è stata stimolata. Un esempio evidente di questo meccanismo è quello della dipendenza dalle droghe: non si è dipendenti dalla sostanza in sé, ma dalla sensazione piacevole che determina, e si ricerca la droga per la sensazione di dolorosa tensione che si prova nel momento di astinenza.
C’è nel nostro sistema nervoso una parte recondita ed ancestrale, che funziona ancora come quando eravamo delle amebe fluttuanti nel brodo primordiale, senza occhi né orecchie, e che quindi “ragiona” semplicemente attraverso gli stimoli tattilo-sensoriali trasmessi dal corpo. Quindi vedo l’oggetto, lo giudico inconsciamente, mi parte una sensazione e solo dopo quest’ultima agisco consciamente.
Esempio pratico: sto girando per strada e vedo una borsetta di Luis-Vuitton; mi piace molto, e così inizio a provare una sottile sensazione di craving, una tensione fisica crescente che può essere messa a tacere solamente con l’acquisto della borsetta.
Ovviamente c’è anche una parte conscia: io so che la borsetta mi piace, ma è la sensazione piacevole di quando l’ho comprata che mi fa stare bene, piuttosto che la borsetta; tant’è che prima o poi dovrò comprare qualcos’altro per provare questa stessa sensazione di appagamento.
Sembrerebbe che non ci sia una via d’uscita, ma non è così: a pensarci bene, non esistono sensazioni inconsce! la sensazione, per sua stessa natura e definizione, è qualcosa di sensibile, ovvero percepibile. Ed infatti, il nostro ricercatore ha messo a punto un efficace metodo pratico per venire a capo di questa brutta faccenda e non essere più preda di qualcosa che non sappiamo neanche riconoscere.
Il metodo ottiene contemporaneamente due risultati: da un lato allena la mente a riconoscere le sensazioni, raffinando notevolmente la sensibilità corporea; dall’altro, attraverso lo sperimentare direttamente che tutte le sensazioni – se si lasciano scorrere senza intervenire - prima o poi terminano, “insegna” al corpo a non provare attaccamento o avversione per esse.
A proposito, il ricercatore in questione si chiama Gautama Siddharta, ai più noto come il Buddha; queste cose le ha scoperte 2500 anni fa, chiudendo gli occhi e mettendosi a osservare le sue sensazioni sotto un albero, e il metodo si chiama meditazione vipassana.

Noi l’abbiamo provato sulla nostra pelle (letteralmente), e possiamo testimoniare che ha dei risultati pratici evidenti e sensazionali. Non è una meditazione come le altre, non si sta lì a recitare mantra per entrare in contatto con qualche dio o con l’universo; non c’è immaginazione di sorta, ma solo osservazione equanime delle proprie sensazioni (ovvero distaccata, non giudicante: non si pensa “ questo dolore è negativo”, ma semplicemente “questo dolore c’è, va da qui a lì, ed è fatto così”).  Ciò che da subito dopo il corso abbiamo sperimentato è un maggior equilibrio psico-fisico e una più grande lucidità di pensiero e azione data dalla maggiore presenza mentale. Ma non pensate che tutto ciò renda più insensibili o passivi, anzi è proprio il contrario! Meno energie si sprecano a seguire i capricci della mente, a giudicare le sensazioni, ad essere preda di cose senza importanza che vanno e vengono, più si vive veramente, per ciò che veramente conta.
Adesso non è che siamo illuminati, la strada è lunga e impervia, ma per lo meno possiamo assicurarvi che, quando torneremo e vi attaccheremo una pippa infinita sulla vipassana, i vostri insulti non ci tangeranno minimamente, ma anzi riceveranno in tutta risposta un bel sorriso equanime…