giovedì 27 ottobre 2011

in India

Ieri siamo arrivati a Delhi con l'aereo, che avremmo preferito non prendere, ma la burocrazia ha deciso per noi: avremmo voluto prendere una nave dal sud dell'Iran, ma l'ambasciata indiana a Teheran emette visti solo per via aerea.
Il caos mistico-fatiscente di Delhi ci ha gia' stregato...

sabato 22 ottobre 2011

Iranrivederci!

faccioni ma buoni


Siamo sul treno per Teheran, dove ci attende l’aereo per Dehli… come dire che fra 4 giorni non saremo più in Iran. Sentimenti contrastanti  percuotono il nostro animo vagabondo, ma per ora sull’eccitazione per la nuova meta (e che meta!) prevale la malinconia. Mannaggia, questi Iraniani davvero ti rubano il cuore! Abbiamo stretto così tante amicizie (ma stretto davvero, perché qui si diventa subito amici-come-vecchi-amici), che non c’è dubbio: torneremo! Per altro abbiamo deciso che se dici “Next time” per più di 10 volte durante il percorso, poi hai l’obbligo morale di far avverare la promessa.
Ovviamente speriamo che la prossima volta sia avvenuto quel cambiamento che in molti qui vorrebbero, e che continua a strisciare sinuoso e nascosto al di sotto della facciata di stato.

KHODA HAFEZ Mahdi, Aref, Jes, Ali, Master Mehdi, i due Sanjad, Meryar e Sinah, Avishan e Hamid, Mustafà, Meysan, Arezoo, Jennifer, Balal, Parisa, Ali Reza, Zahra,  Jacoob e Maryam, Fahime, Hamid!

Con loro abbiamo passato due mesi davvero intensi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella cattiva sorte… una vacanza in Iran non si dimentica così su due piedi!

È davvero incredibile che quasi nessuno scelga l’Iran come meta per le vacanze; i pochi fortunati turisti che abbiamo incontrato qui erano tutti d’accordo su un punto: questa è stata una delle esperienze di viaggio più belle e intense della loro vita.

Insomma, se non fosse chiaro, DOVETE VENIRE TUTTI IN IRAN!!!

Chi fosse interessato (abbiamo detto tutti!) ci faccia sapere, perché per ogni città abbiamo almeno un amico (ma di solito molti di piu') pronto ad ospitarvi.
Se volete vi parliamo anche di soldi, giusto perchè c’è da non crederci: noi abbiamo speso 720 euro in tutto, per due mesi. Fa esattamente 180 euro a testa al mese. Ok, noi non abbiamo mai dormito in albergo e siamo andati poche volte al ristorante (e quelle poche volte non c’è stato quasi mai modo di pagare noi il conto!), ma comunque qui si spende davvero poco anche concedendosi qualche lusso.

Isfahan

Isfahan  è il capolavoro dell’Iran, il gioiello dell’antica Persia e una delle città più belle del mondo islamico.
Robert Byron ha classificato Isfahan tra quei rari luoghi, come Atene o Roma, in cui l’umanità trova comune sollievo. D’altro canto il poeta francese Renier, nel decimo secolo, ha definito Isfahan come “la metà del mondo” (se non s’era capito stiamo spudoratamente copiando dalla LonelyPlanet).

Citazioni a parte, questa città ci ha davvero colpito per la sua elegante bellezza, e visto che oggi siamo distrutti ci fermiamo volentieri qua e facciamo parlare le immagini…


Particolare della moschea del Jameh


Compravendita di volatili al bazar


Minareto della moschea di Ali e cupola del mausoleo di Harun Vilayet


L’occhialuto sempre in vista spunta anche sul marmo della moschea

 
La meravigliosa cupola della moschea dello sceicco Lotfollah
e i ricchi affreschi del palazzo Chehel Sotun


Tramonto sul maestoso palazzo Ali Qapu



La splendida e gigantesca Iman Square (la seconda piazza più grossa del mondo dopo Tienamen)


Ponte Si-o-seh e ponte Sharestan (il fiume di Isfahan e' stato prosciugato per irrigare nuove coltivazioni fuori citta')

Isfahan underground


p.s. le nostre foto fatte con l’obiettivo 50 fisso non rendono la grandiosità della situazione, quindi vi consigliamo di dare un’occhiata ai link

lunedì 17 ottobre 2011

Impressioni

DAL PIANETA PROFONDO ME

Son passati due mesi di viaggio e più ed è ora di veder un po' cosa bolle in pentola dentro di me.

Mi sembra difficile fare una stima della crescita personale (anche perché mi riconosco sempre meno in una persona definita), la schizofrenia del viaggio non lo permette: a volte mi sembra di aver raggiunto chissà quale cima per poi ritrovarmi nei bassi fondi della mia mente in men che non si dica. Penso che sia questa la caratteristica predominante del viaggiar (almeno per me): ovvero una realtà che continua a frantumarsi, certezze che scompaiono ed una fragilità latente che sento vegetante dentro di me. Comunque mi sembra che nonostante cerchi di vivere nel presente una parte di me continua ad aver bisogno di aggrapparsi a sicurezze abitudinarie, nuovi e vecchi circoli viziosi mentali. Il viaggio ti mette di fronte a tutto ciò: sento che quello che mi ero convinto fosse Michele in realtà è qualcosa che è in continuo cambiamento ed estremamente liquido e malleabile. Si può dire che non esisto o che esisto in infiniti modi di essere.

Il viaggio ha decisamente accelerato il tempo di passaggio da uno stato d'essere all'altro o forse ha solamente reso tutto ciò più osservabile: ovvero il viaggio ti permette di sperimentare l'oggettiva impermanenza delle situazioni all'esterno e degli stati d'animo al proprio interno. Tutto è più indefinito e ciò è meraviglioso e spaventoso allo stesso tempo; per questo mi sembra che vivere queste esperienze, almeno per un po', mi faccia bene e mi stia arricchendo molto. Vivere immerso nella libertà comunque non è facile ed all'improvviso, a volte, mi capita di farmi prendere dalla rabbia per cose che un minuto dopo mi sembrano delle stupidaggini; è come se un'irrequietezza crescesse dentro di me piano piano fino ad esplodere sgonfiandosi in un'altra tranquillità, l'ennesima ed anch'essa evanescente, per poi ricominciare da capo un altro ciclo. Funziona un po' come il traffico cittadino qui in Iran: un momento e sei all'inferno, devi districarti come un ballerino per non farti speronare, poi ti infili in un buco, riesci a svoltare e ti trovi in una strada deserta baciato dal sole tramontante dimentico dell'odore di smog aleggiante nell'aria.

sabato 8 ottobre 2011

Abyaneh

Tra Kashan (vedi post precedente) e Isfahan (vedi post futuro) ci siamo fermati a visitare questo antico villaggio montano tutto tortuoso, ripido, rosso e bellissimo!

Se guardate attentamente le porte della prima foto, vedrete due batacchi diversi: uno è per le donne, l'altro per gli uomini; le diverse forme producevano suoni diversi, così chi era in casa capiva chi stesse bussando e di conseguenza chi dovesse aprire la porta. Questa era una questione di vitale importanza in una società in cui le donne vivevano nella purdah, ovvero recluse nei loro appartamenti o celate dietro un velo...






venerdì 7 ottobre 2011

Kashan

Kashan è una cittadina religiosissima (non esistono donne senza chador, rigorosamente nero...) a 100 km da Teheran; il suo centro storico dai mattoni rosa ci ha davvero ammaliato, per non parlare delle stupende case tradizionali, un tempo residenze signorili che hanno mantenuto intatto il loro sfarzo raffinato, razionale, mai tracotante o eccessivo.


mentre girovagamo per il bazar un signore ci ha fatto un cenno di seguirlo nel suo retrobottega, dicendoci "foto foto". Dall'oscurità di quell'ambiente pieno di attrezzi sconoscuti si è spalancata solo per noi una porticina su questo meraviglioso luminosissimo cortile dove la lana stava prendendo il sole...


le mura della città vecchia, una specie di castello di sabbia a dimensione naturale (incredibilmente, stanno lì da più di mille anni).



all'interno delle mura (grandi come uno stadio di calcio, e la città era tutta lì) c'era un bellissimo campo di mais.