mercoledì 30 novembre 2011

Rishikesh, capitale mondiale dello yoga


L’India ci ha rilassati a Rishikesh…
Dopo il  Delhi-delirio abbiamo iniziato a pedalare verso Nord fermandoci ad Haridwar, città sacra in prossimità delle fonti del Gange, in cui gli Indu fanno il bagno per purificarsi e sulle cui rive si svolgono cerimonie affollatissime e davvero coinvolgenti (anche se non credi a Vishnù!)...






Appena lasciata la caotica cittadina, ci siamo imbattutti in queste meraviglie di templi:




Dopo Haridwar siamo approdati nel luogo mitico dove Dio si manifestò al saggio Rahibya Rishi e dove per questo è sorta la bellissima Rishikesh.
I 3-4 giorni che dovevamo rimanere sono diventati 9 quando abbiamo scoperto che proprio in quel momento si stava svolgendo un favoloso (e gratuito!) festival di yoga, al quale abbiamo copiosamente partecipato facendoci 4 ore di lezione al giorno che ci hanno allungato i muscoli e la vita… Lo yoga fa proprio bene! E a chi fosse ancora convinto che si tratta di uno sport come un altro, presentiamo subito l’ultracentenario Swami Yogananda:



lui afferma di avere 103 anni: qualche dubbio in proposito è lecito, ma anche ne avesse solo 80, tanto di cappello per la grinta e la simpatia! Un’ora e mezza di lezione con lui (la sua terza della mattinata) non è stata banale da seguire, ed alla fine si è esibito nella posizione poco lineare che potete ammirare sconcertati qui sopra. Manco a dirlo il simpatico vecchietto non sa neanche cosa sia un’aspirina, ma lo yoga e una dieta assolutamente vegetariana (senza gli stress della vita moderna) possono davvero fare miracoli…

Ma torniamo a Rishikesh: nonostante sia un luogo turistico è una cittadina ricca di fascino, templi coloratissimi e ponti pedonali lunghissimi, solcati da uomini ma anche da golosissime scimmie…

Trittico kitsch-divino


 ecco i ponti pedonali-scimmieschi

...ma le scimmie si arrampicano un po' dappertutto...




 Saggio (dei ragazzi ci hanno detto testualmente: that is a holy man) 
in uno dei numerosi Ashram di Rishikesh


Pic-nic sulla spiaggia con ospite inatteso (la vacca sacra è un osso duro!)

sabato 26 novembre 2011

Delhi


L'India ci ha travolti a Delhi.
Gente, mucche, clacson, biciclette, risciò, chilli peppers... che delirio!

elettricità nell'aria
mucca sacra in monnezza ripugnante
 
striscia di risciò

finalmente solitudine

Shiva's Hotel
tramonto al Red Fort
 
 ...Delhi è ormai lontana, e più ci inoltriamo nel subcontinente più comprendiamo la sua sfaccettata natura:
l'India è un guazzabuglio di infinite realtà magicamente fuse in un'unica sinfonia.
E noi esseri caotici ci stiamo proprio bene!

venerdì 25 novembre 2011

...eppur si crea

Il sindaco di Teheran è un architetto di sinistra, che incredibilmente riesce a far qualcosa di bello e libero in uno stato che libero non è... Ecco le foto di alcuni dei muri dipinti di cui è letteralmente cosparsa Teheran (assieme agli intramontabili faccioni occhialuti koumeiniani che però vi risparmiamo, anche se qui sono disegnati in modo artistico).
Durante gli scontri di due anni fa il sindaco si è anche schierato dalla parte dei manifestanti colorando di verde (il colore del partito di Moussavi) tutte le luci della città.








Dal prossimo post... India!

giovedì 24 novembre 2011

(finalmente) Teheran!


Post dedicato alla caotica, affascinante, progressista Teheran.
Fra una foto e l’altra ci ficchiamo un po’ a caso impressioni avute e notizie estrapolate…




Intanto un po’ di storia recente (che avevamo già messo in un post ma poi abbiamo tolto, presi dalla paranoia del Grande Fratello Iraniano):
Nel 1951 Mohammad Mossadegh vinse le elezioni con la promessa di nazionalizzare la Anglo-Iranian Oil Company (la futura British Petroleum). Il presidente riuscì nell'intento, ma evidentemente c'era qualcuno che non gradì la sua volontà di mantenere in patria una maggior quota di petroldollari (eggià, ma che screanzato!). Gli Inglesi pressarono sugli USA per intervenire, e la CIA orchestrò il suo primo colpo di stato per rovesciare uno statista eletto democraticamente (già che ci siamo - così per il gusto di esser tacciati di antiamericanismo - citiamo anche gli altri casi ben noti: Lumumba in Congo, Sukarno in Indonesia e Allende in Cile).
(Sbagliamo, o la storia contemporanea è stata scritta in gran parte dalla prepotenza di potenze che si definiscono liberali?)
Il colpo riuscì, e lo Scià (il cui potere conviveva con quello del Presidente) si mostrò parecchio più filoamericano del precedente governo, lasciandosi convincere ad usare milioni di petroldollari per comprare armi statunitensi che poi rimasero parcheggiate nel deserto.
Proprio sull'antiamericanismo fece leva l'Ayatollah Khomeini per aizzare la popolazione contro lo scià sperperatore (ecco il perchè delle bandiere stellestrisce bruciate in piazza) ed il popolo lo seguì speranzoso verso l'imminente follia... Le persone adulte con cui abbiamo parlato si rammaricano disperatamente per aver preso un tale abbaglio, e ricordano con le lacrime agli occhi i giorni in cui l'Iran era un paese libero.
Ed eccoci arrivati qui. In 30 anni questi sedicenti santi hanno davvero rivoluzionato il paese, ma per portarlo verso un oscurantismo senza senso che nessuno qui vuole davvero. Il sistema di governo è praticamente inattaccabile: c'è un parlamento democraticamente (?!) eletto, ma poi la decisione finale su qualsiasi cosa spetta al consiglio religioso dei dodici saggi, il cui capo è la Guida Suprema (nome che evidentemente non è un eufemismo); ieri era Khomeini, oggi Kamenei (tanto per rendere tutto più orwelliano, manco è cambiato di molto il nome), domani chissà…




Durante lo scrutinio delle ultime elezioni, nelle quali ha vinto per la seconda volta l’arguto Ahmadinejad, sono iniziati gli scontri di piazza che molti ricorderanno. In quel frangente alcuni degli scrutinatori si sono rifiutati di continuare a lavorare, perché hanno affermato che stavano avvenendo dei palesi brogli. 




In Iran esiste una strana specie di polizia, i Basiji: è un corpo paramilitare armato formato dai peggiori integralisti religiosi, vestiti da normali cittadini (perché non è ufficiale e può accedervi chiunque). Questi loschi figuri (che gli iraniani riescono a riconoscere dallo sguardo torvo e dal modo di vestire) sono delle spie tra la gente, e hanno il potere di fare tutto ciò che vogliono (ma davvero tutto). Con questo governo hanno ottenuto ancora più poteri e libertà d’azione.




Durante gli scontri di piazza alcuni basiji hanno fatto irruzione nello studentato di Filosofia e Scienze politiche ed hanno buttato giù dalla finestra una dozzina di studenti presi a caso, uccidendoli tutti in nome di Allah.





Il concorrente di Ahmadinejad, Hossein Mousavi, che secondo molti ha realmente vinto le elezioni, è imprigionato nella sua casa di Teheran da due anni. Non lo arrestano perché non ha fatto nulla, e così giustamente hanno deciso di non farlo uscire di casa.



 
Arezoo è una fotografa molto brava (questa è la sua bellissima casa); essendo un’artista si veste in modo un po’ eccentrico, e così un giorno i basiji l’hanno presa, portata nella camionetta, picchiata fino a spaccarle le costole, e poi l’hanno ributtata per strada.




Con Aref ci siamo fatti delle bellissime chiacchierate, arrivando a parlare di Foucault e altri big della filosofia contemporanea, è un ragazzo dalla cultura immensa e ha visto più film classici italiani di noi! Durante gli scontri di piazza ha creato degli slogan e aizzato un po’ la folla. Per questo si è fatto due mesi di carcere e sta aspettando l’esito del processo, e forse se ne deve fare altri 20, di mesi di carcere.




Keyvan studiava ingegneria e suona il camon; prima delle elezioni Mousavi è andato nella sua università e ha fatto una foto con lui, perché aveva suonato il camon. Un paio di mesi dopo le elezioni è stato convocato dal Preside, che l’ha espulso dall’Università senza troppe spiegazioni; gli mancavano 3 esami.




Se i basiji ti beccano a pomiciare nel parco (un nostro amico ci ha mostrato i luoghi del misfatto), di sicuro ti prendono e ti picchiano, e se sei proprio sfortunato ti stuprano la ragazza. Per un bacio.




Secono la nostra amica Jess (quindicenne davvero avanti, non per niente è la sorella di Aref) questo governo ce l’ha con tutto ciò che è: Beautifull, Happy and Think. 




Le donne in Iran possono: studiare, lavorare, votare, essere elette e guidare la macchina.
Le donne in Iran non possono: vestirsi come vogliono, truccarsi e mettersi lo smalto (che poi lo facciano in molte, è tutto a loro rischio e pericolo), fumare, ballare, cantare, andare in bici; anche essere semplicemente bella può essere un problema, e se una donna sposata subisce una violenza sessuale, di solito viene accusata di adulterio.




Vietare fa male. In Iran è difficilissimo conoscere persone dell’altro sesso (tutte le scuole sono divise a parte l’università, su cui Amadinejad sta lavorando: per ora nella stessa aula i ragazzi stanno di là e le ragazze di qua). Il risultato è che tutti gli uomini sono più allupati del normale ed entrambi i sessi vivono la sessualità in modo adolescenziale, il che si evince soprattutto dal modo di scherzare su argomenti “hard”, connotato da un umorismo che a noi fa davvero cascar le braccia.




Ultima nota: gli Iraniani sono il popolo più educato e rispettoso che abbiamo mai incontrato, forse pure troppo… c’è questo galateo un po’ folle (il tar hof) che a confronto i torinesi falsi e cortesi so’ veraci come ‘na vongola! Per dirne una: è davvero maleducato soffiarsi il naso in pubblico (figuratevi quando Michele ci scorreggiava, in pubblico). Può anche capitare che un negoziante rifiuti il vostro denaro, ma così solo per scena, tanto lo sa che voi insisterete per pagare (a noi in quanto turisti lo rifiutavano davvero e non ne volevano sapere, e ci è capitato di non riuscire a pagare più volte, ma questa è un’altra storia…)




No, non siamo schizofrenici: l’Iran è davvero un posto sicuro (in effetti vista la mole di polizia ed eserciti vari, qui la criminalità spicciola se la vede male), ma solo per chi non sgarra verso il governo e non ricerca maggior libertà. La maggioranza della popolazione vive tranquilla (impaurita certo, ma senza troppi problemi), anche perché è così che funzionano le migliori dittature, altrimenti mica poteva durare 30 anni…
E ovviamente per i turisti c’è tutto un altro trattamento: Emilia è sempre andata in bici senza alcun problema, spesso vestendosi in modi che per un iraniana sarebbero impensabili e la polizia è stata quasi sempre (quasi, perché comunque so’ piedi piatti!) molto cordiale ed affabile.
Quindi, se non avete intenzione di andare in giro nudi urlando “Amadinejad frocio!”, l’Iran è un posto sicurissimo per voi e davvero importante da conoscere per farlo conoscere (e per passare una delle vacanze più belle della vostra vita!).



giovedì 17 novembre 2011

AAH AH AAAAAH AAH AH AAAAAAH!!!

anche in India e' riecheggiato
il tonfo del Cavalier disarcionato!
(ma adesso cambieranno davvero le cose?!
semmai fateci sapere che ripassiamo da quelle parti...)

venerdì 11 novembre 2011

al volo...

Giusto un saluto veloce da Rishikesh, la capitale mondiale dello yoga (di più non possiamo scrivere, essendo entrati nel più profondo stato meditativo che non contempla internet ma contempla e basta...)

domenica 6 novembre 2011

Kalut (desert by night) (sempre iran...)

Scrivendo dalla bolgia indiana, il pallido ricordo della pace provata quella notte nel deserto scompare totalmente, subissato dai soliti clacson imperanti... comunque, ecco le foto dei kalut, degli assurdi pennacchi sabbiosi (unici al mondo) che nessuno sa come si siano formati: