sabato 24 settembre 2011

Iranian underground

  









 





Natura

 casette del miele simili a quelle della famiglia che ci ha ospitato (vedi post persone)


 fieramente pollo


 Michele nel naso del gigante



carichi pesanti


 far west caprino


 controluce negli occhi


 dialogo


 segui la corrente nel canyon


 natura morta morta


wow

doppio wow

14 kg di bonta'... in olio d'oliva!


 guardalà farfallà

Storia

Kandovan, la piccola Cappadocia iraniana 


Castello incastonato sul picco del monte costruito da Babak, uno storico personaggio azero di cui potete leggere la storia qui.




Ardabil, Mausoleo dello Sceicco Safi Odi Din





l'arroccatissimo villaggio di Masuleh.


Una miriade di minuscoli specchi adornano il soffitto del mausoleo di nonsappiamoquale Imam a Rasth.


 Qazvin, porte colorate





Qazvin, Santuario dell'Imamzadeh Ye Houssein

Quazvin, villa qagara del XVIII secolo

Persone

E' un po' che non ci facciamo vivi, e nel frattempo abbiamo accumulato una montagna di foto/impressioni/esperienze... Abbiamo deciso quindi di dividere il materiale per temi.
Iniziamo ovviamente dalle persone, che - se non era abbastanza chiaro dal post precedente - ci strabiliano ogni giorno di piu'...


al parco Elgoli con Madhi, il couch surfer di Tabriz con cui abbiamo fatto i nostri primi passi in Iran. 
Ricordiamo per altro che e' fra il 95% dei migliori couch di tutto l'Iran (come soleva dire lui dello zafferano)


il folle folletto Jacoop e famiglia. Codesto elemento tipico delle terre iraniane ci ha abbordato in moto (attaccandoci le nostre bici per non farci affaticare in salita) per poi tenerci in scacco matto per due giorni: dopo il pic-nic a Kandovan (vedi post-storia), siamo andati a cena dalla mamma ed infine a dormire da lui, il tutto trainato dal suo esuberante ego infantile... A volte ci siamo anche innervositi, ma poi come fai ad incazzarti con un bambinone di 30 anni che sprizza enorme gioia per averti tutto per lui?!


Qui siamo con una famiglia di produttori di miele. Mentre pedalavamo ci hanno offerto un te' al volo, che poi e' diventata una cena, che poi e' diventato un invito a montare la tenda nel loro terreno (anche loro erano in tenda, altrimenti ci avrebbero dato una stanza come fanno tutti. Anzi di solito ci offrono la loro e vanno a dormire in salotto). 
Che poi e' diventata una colazione gigante con dell'ottimo miele frescofresco di alveare...


Non abbiamo solo visto come si fa il pane nei paesini iraniani (quasi ogni casa ha questo enorme forno a pavimento), ma ci e' stato anche offerto il prodotto finito con tanto di formaggio di capra (buonisssimo) e marmellate varie.


I nostri vicini di tenda al campeggio del castello di Babak (vedi post storia). In quest'occasione ci hanno offerto solo la cena e la colazione, perche' per pranzo se ne dovevano proprio andare.


I due mitici fratelli Narghilè... Abbiamo chiesto loro di poter mettere la tenda in giardino, e per tutta risposta ci hanno offerto l'unica stanza della casa (tutta la famiglia ha dormito nella veranda) e due giorni di spasso rigorosamente a base di sfumazzate di narghilè! Con loro siamo anche andati a Masuleh (vedi post storia). Non potremo mai dimenticare il loro grido di battaglia con cui chiamavano Michele: Misteeeer!


Mustafa' (qui con la sua gioiosa famiglia) ci ha caricato di peso le bici sul suo furgoncino perche' ci ha visto pedalare di sera e si e' subito preoccupato per la nostra incolumita'. Neanchevelostamoaddi ci ha invitato a cena e poi a dormire da lui (risolvendoci un bel problema perche' quella notte non avevamo ne' couch ne' idea di dove fermarci). Subito professatosi comunista ateo, quando la mamma si e' messa a pregare  ci e' venuto vicino indicandola e facendoci il segno dell'indice alla tempia (questa e' matta). Il giorno dopo, ad un nostro messaggio firmato "viva Che Guevara", ci ha risposto con un eruditissimo "viva Garibaldi"!


Unica nota negativa dei nostri incontri iraniani, il couch di Qazvin: troppo religioso e ricco (un'accoppiata mortale!) per essere ospitale e generoso... Ma per fortuna sul cammino della nostra gita in montagna abbiamo intercettato il collega viaggiatore/girovago Thom from England, con il quale ci siamo fatti raffinate risate in perfetto english humor.




venerdì 9 settembre 2011

Il paese che non ti aspetti

Amid Mohammed si prepara per uscire dalla gabbia
Terrorismo e pericoli per gli stranieri?! maddeche!!
L'IRAN E' UN POSTO MERAVIGLIOSOOOOO!!!!

E non assomiglia a nulla di ciò che ci si può immaginare: è un paese molto più evoluto dei vicini mediorientali, con buone infrastrutture e - non ci stancheremo mai di dirlo - le persone sono incredibilmente aperte ed ospitali! Insomma, vi consigliamo vivamente di pensare ad una vacanza da queste parti, per scoprire dal vivo quanto gli iraniani abbiano da donare (e poi, per essere venali, qui non si spende quasi niente! Aereo e visto sono un po' cari, ma poi arrivati in Iran non riuscirete a tirar fuori un Rial dal portafogli perchè vi verrà offerto di tutto prima che possiate farlo!).

Se vi capita di incontrare un signore ben elegante e tutto compito che vi dice "I love you", è probabile che siate in Iran... E' l'unica cosa che molti sanno dire in inglese, e non mancano di farlo sapere agli stranieri che incontrano. E non è una formalità, hanno davvero un trasporto naturale verso gli altri popoli, e qui ci si sente davvero amati!

Gli Iraniani potrebbero essere invidiosi della nostra libertà, rancorosi per le sanzioni inflitte dall'occidente, diffidenti per la diversa religione e inclini a fregarci in tutti i modi (e sarebbero comunque giustificati dalla drammatica situazione politica che vivono); invece sono un popolo meraviglioso, curioso e ben disposto verso l'altro, e dimostrano una forza interiore incredibile nel riuscire ad essere comunque sereni vivendo tra assurdi divieti infernali.

Nota. Questo post e il precedente (e tutti i successivi che troverete dall'Iran) sono stati pubblicati aggirando la censura che non ci permette di accedere a blogger: stiamo mandando tutto il materiale alla nostra corrispondente da Roma, l'intramontabile scrittrice cartaceo-cibernetica Rita Charbonnier (ovvero la zia di Emilia).