sabato 7 gennaio 2012

Anjuna Beach, Goa - 1 gennaio 2012 - Happy New Passport!


Goa (che non è una città ma un piccolissimo stato) è stata dominata dai Portoghesi per circa 500 anni, fino al 1961. Per questo è piena di chiese cattoliche e, a natale, qui si fa il presepe come da noi.



 
Ci hanno fregato le borze.
Non quelle delle bici, ma lo zaino e la chitarra (proprio adesso che Michele era diventato una rock star!).
Con dentro, in ordine crescente di importanza/how could you be so stupid? (come ci ha giustamente chiesto Prena, di cui diremo poi):
la cartaigienica;
700 rupie (circa 10 euro);
il telefonino;
i bancomat;
i diari;
la macchina foto;
i passaporti (porcatroiaipassaportiii!).

Raccontiamo brevemente i fatti…
Arriviamo a nord di Goa il 30 sera (partendo da Mumbai il 24 e facendo un po’ bici, molto treno e un pizzico di traghetto), giusto in tempo per informarci sulle variegate possibilità offerte dall’incipiente capodanno. Scartata la possibilità di tutte le carissime feste a pagamento, ci dirigiamo verso l’Hippies Cafè di Anjuna Beach (a 30 km da dove abbiamo dormito), di cui ci avevano parlato bene. Ed in effetti ci piace assai, soprattutto per la buona musica trance suonata in quel mentre da John Dj di Londra, e quindi sistemiamo le bici, prendiamo la chitarra (non sia mai te la fregano!) e lo zaino con il minimo indispensabile (con il senno di poi avremmo rivisto il significato di “minimo indispensabile”) e ci prepariamo la nostra insalata all’avocado – cenone di capodanno sulla spiaggia davanti all’Hippies.
(l’avocado ha un sapore orrendo, davvero amarissimo: Emilia si rifiuta di mangiarlo, mentre Michele persevera nell’impresa di non sprecare il cibo, e se lo pappa tutto. Vedremo le conseguenze dell’ecologico  gesto nel seguito di questa storia dal sapore un po’ thriller).
La serata scorre deliziosa, la musica incalza, e noi stiamo lì felici a ballare sulla spiaggia, a tratti stupiti dall’incredibile novità di un capodanno astemio (l’ultimo risale a 15 anni fa!): non ci concediamo neanche una birretta, un po’ per il prezzo, un po’ perché dopo 5 mesi senza alcol l’idea non ci assedia la mente, un po’ per la via jogica che abbiamo intrapreso (poi si vedrà quando ci troveremo di nuovo ai murazzi o al baretto di ponte milvio come reagiremo…).
Ad un certo punto arriva anche Harman, il nostro couch di Amritsar, uno dei migliori amici che ci siamo fatti qui in India… davvero un Capodanno perfetto!
Harman se ne va, noi continuiamo a ballare… ma le 5 ore di antecedente pedalata si fanno sentire, e così ci sdraiamo in spiaggia tutti tranquilli, come molti altri gruppetti di ragazzi, ognuno con le sue borse vicino.
Noi però, quando un paio d’ore dopo ci svegliamo, le borse non ce le abbiamo più, vicino…
(a onor del vero e per la sempiterna regola del malcomunemezzogaudio, abbiamo poi scoperto che è aleggiata parecchia microcriminalità nell’aria quella sera, si mormora quella russa su tutte).
Inizia la disperazione, corroborata dal vomito verde-avocado di Michele (che si sveglia in deficit da inefficienza da avvelenamento); inizia la trafila burocratica con l’eroico viaggio dei nostri verso la stazione di polizia, 40 gradi all’ombra e Michele-zombie trasportato a spalla dalla co-protagonista.
Allo stato dei fatti, oggi 6 gennaio abbiamo scoperto che: dobbiamo tornare a Mumbai per rifare il passaporto, il quale non si sa quando arriverà, e poi c’è il visto, che è il vero casino, perché noi non vogliamo tornare direttamente in Italia ma vorremmo entrare in Nepal e quindi boh. Comunque, insomma, in qualche modo si farà. Restate su questo stesso canale medesimo per scoprire le avvincenti novità.
E comunque, abbiamo perso un passaporto, ma abbiamo trovato degli amici fantastici!
Dopo due giorni e due notti passati all’Hippies, un po’ nella speranza che i passaporti saltassero fuori, un po’ persi nel bel mezzo di chefacciamoadesso?, la terza mattina ci siamo messi a parlare con dei ragazzi indiani che avevano fatto serata lì, e che hanno davvero preso a cuore la nostra situazione… due di loro, Prena e Vivid, ci hanno praticamente adottato! Adesso siamo da loro, in un bellissimo cottage lontano dalle rumorose, festaiole spiagge (che a Michele piacevano, mentre Emilia dopo 60 ore filate di musica nelle orecchie stava iniziando a dare segni di cedimento); ci hanno aiutato in tutto, regalato un cellulare, offerto cene… abbiamo dovuto anche accettare dei soldi, non c’è stato verso di rifiutarli (anche se abbiamo dei contanti con noi, che incredibilmente non erano nello zaino, e con cui possiamo vivere quasi un mese), e se provavamo a ringraziare Vivid si incazzava pure: don’t even say it, you are my family!
Ci siamo ripresi dalla botta psicologica, e domani sera partiamo per Mumbai, dove scopriremo cosa possiamo fare e come continuare a muoverci sull’immenso suolo subcontinentale… una conseguenza positiva di questa brutta faccenda è che adesso cambieremo taglio al nostro viaggio: da “scopritori del mondo e di noi stessi” passiamo più velocemente del previsto alla fase “apprendiamo qualcosa di pratico”, che si esplica nel seguire i corsi di yoga e massaggio ayurvedico le cui conoscenze sarete i primi a testare quando torniamo in patria!

ecco le uniche foto di Goa che abbiamo scattato (oltre alla prima del post)...


Per il blog abbiamo ancora tanto d quel materiale arretrato che non vi accorgerete nemmeno della mancanza di una macchina foto, e poi si vedrà…
Intanto, buon anno a tutti!

1 commento:

  1. Buon anno a voi! Il racconto della disavventura è gustoso, come sempre. Nella iella mi sembra che vi sia andata bene, anzi benissimo, il che dimostra come gli eventi al 100% negativi siano veramente, veramente rari (vero?). Spero che al consolato di Mumbai vi aiuteranno, anzi sono sicura che lo faranno nel migliore dei modi. Bacioni!

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