giovedì 15 dicembre 2011

Da Renuka (Himachal Pradesh) a Chandigarh (Haryana)


Lasciamo affamati il bel laghetto (scoprendo che 2 km più in là c’era un paesino con tutto il necessario per cucinare, ma vuoi mettere due giorni di vita ascetica sul mistico specchio d’acqua?!) e ci dirigiamo felici ancora una volta su e giù per i monti dell’India.





Mentre fotografiamo questa coloratissima casa (con a fianco l’immancabile AmbujaCement, che a quanto pare sta costruendo case in tutto il subcontinente), i ragazzi affacciati al balcone ci chiedono cosa stiamo facendo, ed alla nostra risposta: “cerchiamo un posto per mettere la tenda”, ribattono che possiamo piantarla lì, sopra il garage (nonché fra quei bellissimi cerchi multicolor). Dopo qualche imbarazzo a distanza (loro non scendono, noi non saliamo), alla fine ci propongono di dormire sopra con loro e già che ci siamo mangiamo tutti insieme, tra le loro scuse di non saper cucinare così bene perché vivono da soli e le mogli son lontane… a noi comunque sembra davvero tutto squisito (forse non abbiamo ancora accennato all’incredibile bontà dell’Indian food, sempre e comunque sorprendentemente delizioso?!).
I due ragazzi sono maestri elementari, così il giorno dopo ci invitano a conoscere i loro piccoli studenti. 


mentre ci dirigiamo verso la scuola Michele si trova a pedalare fra due alberi che si trovano a camminare...

Assistiamo così alla lunga cerimonia di apertura delle lezioni, guidata dai tre alunni più grandi e disciplinati, in cui tutti i bambini messi belli ordinati cantano all’unisono chissà cosa (probabilmente  versi delle sacre scritture Indù) e si producono in coordinate movenze fra il militare e lo yogico.
 

Dopodichè, tutti in classe buonibuoni ad aspettare circa un’ora che i maestri  prendano in tutta calma il chai mattutino: le lezioni dovrebbero iniziare alle 10 e 45, ma qui vige l’abbondante mezz’ora accademica…
In questo frangente facciamo un’interessante conversazione con il maestro di Indi, che per ben due volte ci chiede guardingo: “But how can you be emotionally satisfyed?”; la prima, quando affermiamo di non credere in Dio (una  frase che crea parecchie espressioni sconvolte, decisamente più qui che in Iran) e la seconda quando spieghiamo che in Italia non vige più la famiglia allargata e che quindi i nostri nonni vivono da soli (facendoci amaramente riflettere su uno dei problemi sociali più complessi della nostra società individualista e post femminista).

La notte stessa montiamo la tenda vicino a delle casette da cui la mattina fuoriesce una mandria di altri ragazzini pronti per la scuola; mentre aspettano il pullmino ci assalgono, e una di loro in evidente delirio Bollywood ci chiede addirittura l’autografo! Dopodichè è il turno delle molteplici foto-con-chitarra (se non si capisse, il ragazzino in basso a destra è il più sveglio e intraprendente di tutti):


Un’altra felicissima (e non programmata) sosta ci attende subito dopo aver superato il ponte del fiume Giri Ganga, quando un ragazzo cicciottello ci ferma per offrirci un chai. Scopriamo così che lì sotto sulla riva del fiume  abita un altro Baba, e dopo il cylum di rito decidiamo di fermarci anche la notte (nonché sia solo mezzogiorno, che scarsi..!).

il Baba alternato al dio Hanuman (il dio scimmia)

Comunque la sosta non è passata senza lasciare il segno: Michele ha imparato a tagliare la legna e la sera abbiamo mangiato le prime chapati fatte con le nostre mani, certo non proprio tonde e ben stese ma con il gusto intenso dell’impegno del principiante!


uno scorcio della casetta del Baba, con in primo piano il sacro fuoco ed il forcone di Shiva


1 commento:

  1. Ciauuuoaa!
    Vedo che la mitica chitarrina ha fatto ben più strada di quella che noi quaggiù si credeva!

    Vi cerco sempre e vi penso tanto, e avere vostre notizie è sempre bellisssssimo.
    Vi confesso che un pò mi mancate, immaginando infinite cene in cui beviamo buono o cattivo vino e parliamo dei massimi o minimi sistemi. Poi però penso che non vi immagino in Alcun altro posto se non quello dove siete, quindi sono felice Con voi.
    Vi abbraccio più forte che a mai. A presto!
    Giupi

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